L’approccio del Coaching in azienda

L’approccio del Coaching in azienda

Perché l’approccio del coaching in azienda?

Se una decina danni fa le aziende ricercavano personale con l’80% di competenze tecniche, oggi c’è un netto cambio di tendenza ricercando sempre più persone con un bagaglio di competenze personali ben sviluppate, dette anche soft skill.

Per questo il coaching è un metodo sempre più richiesto dal mondo delle risorse umane. E’ doveroso fare però una breve ma significativa differenza tra essere Coach, per cui occorre un master universitario, e persone che utilizzano l’approccio del coaching per gestire il proprio team di collaboratori. Quest’ultimo può essere acquisito attraverso la formazione aziendale.

Il principio del coaching

Il metodo del coaching lavora sul presente e sul futuro delle persone, la direzione delle spalle è rivolta verso l’avanti e non verso il passato. Questo significa cambiare anche il registro di comunicazione che spesso è presente in azienda, si passa dal “via di qui“- ciò che non voglio- al “voglio” – futuro desiderato, meta-. La nostra cultura in generale ci rende esperti dei problemi ma molto meno delle soluzioni, basta fare attenzione ai reality show interamente concentrati sui problemi.

Un approccio da coaching significa andare a lavorare su due concetti fondamentali: la responsabilità della persona e la consapevolezza del suo agire. Un manager ,che impara ad utilizzare l’approccio del coaching deve esse lui stesso responsabile e consapevole degli effetti del suo comportamento. 

Formare le persone al metodo del coaching.

Cosa significa formare le persone ad avere uno stile da coach? Significa creare percorsi di formazioni che sviluppino capacità e strumenti importanti come quelli che presentiamo:

  1. Ascolto, capacità di captare le attribuzioni di significato delle parole che una persona spesso ripete senza esserne consapevole. Leggere la coerenza o non tra il verbale e il non verbale. Un esempio ” Ho notato che quando usi la parola soddisfazione hai quasi un’espressione triste, che significato ha per te la soddisfazione?”
  2. Domande, contro la affermazioni. Imparare a chiedere più che a dire/ dichiarare il percepito. Un esempio potrebbe essere “Ti ho sentito alzare la voce e interrompere spesso il tuo collega, lui se né andato via senza dire una parola. Era questo il risultato che volevi ottenere?”. Questa è una domanda che dà alla persona la possibilità di ragionare sulle proprie azioni senza il giudizio.
  3. Riformulazione e restituzione del feedback, aiutare le persone a vedere le cose anche da un altro punto di vista. Si lavora sulla capacità di “fare da specchio” e soprattutto sulla capacità di esplorare altri modi di agire. 
  4. Piano d’azione, il famoso “to do” che impegna la persona a modificare i propri schemi mentali attraverso macro e micro obiettivi

In concreto questo si può realizzare con sessioni d’aula intervallate da sessioni di mentoring on-the-job quindi di osservazione e confronto sul posto di lavoro.

A quali ruoli aziendali si rivolge?

L’approccio del coaching è da considerarsi uno stile di gestione e di leadership e a tratti anche di empowerment pertanto una formazione di questo tipo può essere dedicata a moltissimi ruoli aziendali: dallo store manager fino ad arrivare al management di prima linea.

Per concludere è possibile creare dei percorsi di formazione che permettano di imparare l’approccio del coaching sfruttandone la filosofia di base e gli strumenti concreti che esso da. Un esempio è quello del modello dell’ iceberg con il quale facilmente è possibile capire fin dove potersi spingere nelle richieste ai collaboratori e soprattutto dove non è possibile andare.

La sostanza del coaching è stata magistralmente definita da Albert Einstein con queste semplici parole “Life is like riding a bicycle. To keep your balance you must keep moving.”

(La vita è come andare in bicicletta. Per mantenere il tuo equilibrio devi continuare a muoverti.)

 

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