Lettera di un manager a se stesso

Lettera di un manager a se stesso

Il potere personale di influenzare le situazioni

“Ciao Carlo

avevo voglia di scriverti per raccontarti cosa ho passato negli ultimi mesi e per darti qualche consiglio che potrai accettare o meno, ma te lo voglio trasferire perché tu possa farne un buon uso.

Ti guardo oggi, rispetto a mesi e anni passati, e ti vedo affannato, critico, impulsivo a tratti scontroso perché non eri in grado di gestire in maniera serena le operatività che ti mangiavano.

Tutto era diverso e il tuo modo di relazionarti non era proprio quello che le persone gradivano. Anni abbastanza buoi nei quali sei comunque riuscito a far venire fuori qualche luce che ti ha fatto notare e sulla quale qualcuno ha iniziato a scommettere.

Con un grande aiuto esterno hai intrapreso un percorso molto importante che ha fatto in modo che tu potessi vedere le cose da un altro punto di vista. Ti è servito? Si.

All’orizzonte hai visto nuove operatività e nuovi incarichi e soprattutto nuove nebulose ma tu hai acquisito una funzione interessante; il terzo occhio! e sei entrato e sei dentro a tutto quanto era solo un progetto.

Come stai? Bene? Affaticato? beh qualche punta di stress l’abbiamo vero? Tanto, tanto, tanto da fare ma sei riuscito ad appoggiarti a persone che possono veramente aiutarti a raggiungere l’obiettivo che hai in testa e che, forse, molti altri hanno nelle loro.

Cosa farai domani, Carlo?

Sarai un manager con un’esperienza importante che potrai condividere, darai consigli ( quelli buoni) da poter condividere con collaboratori e colleghi e buone idee da buttare sulle scrivanie dei tuoi responsabili.

Ce la farai, ce la farai perché hai preso coscienza di tante cose e sarai un valido punto di riferimento.

Io ti faccio un grandissimo in bocca al lupo, che possa portarti come uno dei suoi cuccioli al riparo e che ti difenda da ogni avversità.

Magari fra qualche tempo…ti riscriverò, vediamo se confermerai quanto detto o se prenderai una strada diversa.

Un abbraccio

Carlo”

Il terzo occhio di Carlo

Questa lettera è stata scritta da Carlo a , un Customer Service Manager di un’importante azienda di servizi di vendita e marketing, a se stesso come chiusura di un percorso di coaching che l’ha visto protagonista. Carlo è da poco diventato il responsabile di due team di servizi al cliente composti da una quindicina di persone. Come tutti i team operativi era intasato dall’operatività e dalle urgenze; le persone che lo compongono sono eterogenee per seniority e capacità e non si fanno mancare battibecchi e mal di pancia come potete immaginare.

A Carlo fu offerto un percorso di coaching che lo supportasse nel suo cambio di ruolo e questa possibilità gli diede l’occasione di scoprire il proprio potere personale di influenzare persone e situazioni.

Ho avuto il piacere di vedere con i miei occhi questa metamorfosi e nel percorso , circa a metà, Carlo se ne uscì dicendomi “Ho sviluppato il terzo occhio!” intendendo la sua capacità di vedere da un posizione percettiva esterna sia i suoi comportamenti che le situazioni più stressogene in cui spesso si sentiva annegare.

Su e giù dalle proprie paure legate all’incertezza, al non raggiungimento degli obiettivi, alla paura di compromettere le relazioni interpersonali con il suo team; Carlo è riuscito a toccare con mano il suo potere personale e questa lettera a se stesso ne è la conferma.

Come a Carlo, auguro a tutti voi, soprattutto in questo periodo così folle, di contattare quel potere che risiede in tutti noi.

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