Cyberloafing? uso eccessivo di internet in ufficio

Cyberloafing? uso eccessivo di internet in ufficio

Cyberloafing? uso eccessivo di internet in ufficio.

L’uso di internet per scopi personali sul posto di lavoro è tollerato dalle aziende, ma quando questo diventa patologico? quando diventa nocivo per il lavoro?

E’ oramai prassi comune dedicare un pò di tempo lavorativo per scopi personali: guardare le mail, dare una sbirciata alle novità su Facebook e Linkedin, visitare velocemente qualche sito per le vacanze ecc.

Queste attività sono tollerate e innocue se si limitano a 20 min. di tempo nell’arco delle 8 ore, sono utili a volte per staccare e rilassarsi un pò, specie se lo facciamo in pausa pranzo.

Ma ci sono situazioni in cui l’uso di internet per scopi personali diventa “abuso” del tempo che ci viene pagato per produrre. Alcune persone dedicano molto tempo a navigare sui siti per le vacanze, a fare acquisti o a giocare. Diventa dannosa questa pratica quando si inizia a scaricare filmati, visionare film o spendere più del 50% del tempo lavorativo in “svaghi” personali.

Anche in Italia ci sono stati casi di aziende che hanno licenziato dipendenti per l’abuso di internet per scopi privati.

Il fenomeno dell’abuso di internet e di relativa svogliatezza lavorativa viene chiamato Cyberloafing.

“La propensione ad abusare di Internet durante il lavoro per intrattenimento o altri scopi privati sembra coinvolgere ormai oltre la metà degli impiegati, che utilizzano da 3 a oltre 15 ore alla settimana per queste attività, soprattutto nella fascia oraria 10-15, con perdite economiche di milioni di euro. Ciò ha costretto le organizzazioni a effettuare controlli massicci, superando talvolta i limiti di una buona gestione del personale.” ( Guido Sarchielli – art. Psicologia contemporanea n.232 lug-ago 2012).

Il picco lo si ha dalle 13.00 alle 15.00.

Oltre alla perdita di ore di lavoro personali, il cyberloafing va ad intaccare il rendimento dell’intero team di lavoro causando spesso tensioni tra i membri dello stesso gruppo. Se infatti uno di questi “si inabissa in internet” ovviamente non svolgerà le mansioni a discapito del rendimento di tutta la squadra che dovrà compensare la mancanza di prestazioni.

Secondo Sarchielli, sono 3 i fattori che vanno ad alimentare la tendenza al cyberloafing e sono:

1) Eccesso di controllo e intolleranza nelle aziende che provoca alienazione nei collaboratori portandoli verso una dimensione virtuale.

2) Nei casi di forte stress o di eccessivo scarico di lavoro dove l’ansia o la noia inducono la persona a trovare vie di fuga online

3) L’eccesso di lavoro da casa porta a perdere i confini tra attività lavorativa e privata svolta nello stesso luogo.

Ma non solo, esistono anche caratteristiche personali che danno una predisposizione al Cyberloafing. Persone con bassa stima di sé, alta introversione, bassa capacità di autocontrollo, con depressione o forte senso di solitudine e difficoltà relazionali hanno una tendenza a tuffarsi in una realtà finta ,quella del cyberspazio.

Può capitare anche che la forte demotivazione di un dipendente lo porti a sentirsi “a credito” con l’azienda per tutto il lavoro che ha svolto e che non gli è stato riconosciuto.

Per concludere, occorrerebbe introdurre in azienda politiche chiare sulla tolleranza e i limiti nel’uso di internet oltre che divulgare i rischi che si potrebbero avere nell’uso eccessivo di internet.

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A presto!

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