Azienda eccellente? Cultura eccellente.

Azienda eccellente? Cultura eccellente.

Azienda eccellente? Cultura eccellente.

La cultura di un’azienda, con i suoi valori e la sua visione, sono spesso molto più chiari a chi è fuori dall’azienda rispetto a chi ci lavora. Questo non deve sorprenderci.

Può suonare strano ma, nella realtà, se chiedete ai dipendenti di un’azienda quali sono i valori aziendali, spesso la risposta è vaga, molto vaga.

Questo aumenta se gli intervistati ricoprono ruoli molto operativi.

Com’è possibile che un’azienda che si impegna a diffondere pubblicamente la propria cultura aziendale abbia un così basso risultato tra i suoi dipendenti?

Esistono due tipi di culture aziendali:

1) una che si legge sui muri all’entrata in azienda, con scritto chiaramente la Vision, la  Mission e le caratteristiche distintive dell’azienda

2) e l’altra è quella che si respira in ufficio, nella vita lavorativa di tutti i giorni; fatta di comportamenti più che di concetti, fondata su una leadership concreta.

La prima parla del “perché” l’azienda esiste e “cosa fa” per continuare a crescere, la seconda invece è la cultura del “come fare” azienda, ossia l’insieme di comportamenti che si vedono, si toccano e si sentono tra gli uffici e i corridoi dell’azienda, tra le persone che lavorano.

Ovviamente la cultura aziendale dichiarata è quella che ispira tutta l’azienda ma che viene ben compresa (o così dovrebbe essere) da chi genera e progetta la strategia dell’azienda stessa ( Direzione, Management, Imprenditore, Direttori …). Siamo di fronte a valori troppo alti nel senso di troppo astratti per chi vive in concreto l’operatività, i rapporti umani, i problemi e gli imprevisti quotidiani.

Parlando di eccellenza, etica, leadership, stakeholder, innovazione …sono concetti molto astratti che facilmente vengono dimenticati davanti a un cliente che chiama per lamentarsi o un capo che vi fa fretta per preparare una presentazione di un progetto.

Per portare la mission e vision negli uffici occorre creare una “micro-cultura dinamica” o detta anche “empowerment oriented” ( Massimo Bruscaglioni – 2008 ) cioè tradurre in “fare” ciò che “si dice”.

Come?

1) Focus sulle persone e non sui ruoli che ricoprono.

2) Cultura del feedback positivo.

3) Valutazione intenzionale, ossia la richiesta spontanea del dipendete nel ricevere valutazioni.

4) Formazione scelta, ossia dare la possibilità di decidere una parte del proprio percorso formativo all’interno delle proposte previste dall’azienda.

5) Capacità di gestire e accogliere la negatività ( si veda l’articolo “Negare la negatività in ufficio”)

6) Clima che incentivi la creatività e il superamento delle criticità

7) Leadership visionaria ( si veda l’articolo “Leadership visionaria”)

Questi 6 punti sono elementi che, tradotti nel concreto di tutti i giorni, producono una chiara “percezione” della cultura aziendale perché “ben fatto” è meglio che “ben detto”

A quel punto le persone non esiteranno a rispondere alla domanda : qual’è la cultura della tua azienda?

Sorry, there are no polls available at the moment.

Bibliografia di riferimento: “Le aziende eccellenti hanno una forte cultura ..anzi due!” – Massimo Bruscaglioni – FOR  n.75 , 2008 sezione “Pro-vocazioni”.

No Comments

Post A Comment