Come una fenice

Come una fenice

Come una fenice

Gli antichi avevano un detto che utilizzavano ogni qual volta un essere umano si trovava ad un bivio nella sua vita, questo motto era “Post Fata Resurgo” che significa “dopo la morte mi rialzo”.

Questo motto non ha nulla a che vedere con la religione, dato che i popoli antichi erano politeisti, ma si riferisce alla vita, al processo che accomuna qualsiasi uomo e donna che ha messo piede su questa Terra.

Post fata resurgo era un frase che appariva spesso sotto l’immagine di un animale mitologico, la Fenice, che tutti noi conosciamo come animale che muore nel fuoco per rinascere, più forte di prima, dalle sue stesse ceneri.

La Fenice per gli antichi era un’immagine che rappresentava la trasformazione e il cambiamento con il quale ogni essere umano fa i conti almeno una volta nella sua vita.

Oggi abbiamo milioni di libri che parlano di questo, centinaio di teorie e Guro che spiegano la filosofia del cambiamento ma di fatto ognuno di noi non è mai preparato quando le cose cambiano drasticamente nella propria vita.

Resistiamo e ci opponiamo con estrema energia ogni volta che gli eventi esterni prendono una piega inaspettata. Tendiamo a vittimizzarci, a dirci “non ce la posso fare!“, “non lo merito”, “come posso cambiare ciò che sto subendo?”. Questi pensieri li facciamo tutti, indistintamente. Il flusso costante dei nostri pensieri alimentano questo dialogo interiore e l’ansia ci porta molto spesso alla disperazione, non ci fa vedere la via d’uscita.

Questo è il bivio dove decidiamo se affrontare la situazione o ritornare indietro, ciò tentare di ripristinare le cose come erano prima anche se non ci piacevano. Non amiamo le cose che cambiano, questo è una verità che va detta con onesta.

Cambiare significa perdere il baricentro, significa “morire” nel senso di incenerire la persona che eravamo prima per costruirne una nuova, nuovi pensieri, nuovi schemi mentali e, di conseguenza, nuovi comportamenti verso la vita.

Ma gli antichi erano più saggi di noi, senza dubbio!

La Fenice non subiva la morte apparente ma era consapevole che quel passaggio era necessario per diventare più forte. Cosi, quando capiva che la fine era vicina, si metteva davanti ai raggi del sole aspettando la trasformazione e dagli stessi raggi di sole , poco dopo, si rigenerava e continuava a rivive con nuovo vigore e nuova forza.

E’ un modo molto simbolico per dire alle persone “non avere paura se qualcosa cambia, lascia che sia, lascia che accada perché da quella stessa forza che distrugge chi eri ne nascerà una nuova persona, più forte di prima”. E’ un messaggio positivo se ci pensate, un passaggio naturale che ha un senso ben chiaro quello di cambiare per migliorare.

Sono certa che, se vi chiedessi di pensare ad una trasformazione dolorosa che avete sperimentato durante la vostra vita, tutti voi sorridereste, non per il dolore provato ovviamente, ma per il risultato ottenuto.

In questo periodo pasquale dove molte religioni festeggiano la morte/rinascita, il mio augurio migliore è quello di provare ad essere una Fenice per il futuro e per il vostro presente.

Proviamo a lasciare che le cose accadano con la consapevolezza che ne usciremo più forti di prima.

Buona Pasqua a tutti

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