Cosa ci sostiene veramente?

Cosa ci sostiene veramente?

Cosa ci sostiene veramente?

Che cosa realmente sostiene una persona? Domanda importante ma al quale si può dare una risposta.

Questi ultimi anni ci hanno messo alla prova, molte delle sicurezze scontate che avevamo ora non sono più così scontate. Pensiamo alla perdita del lavoro, alla ricerca di una nuova professione o al ricrearsi dal nulla. Possiamo dire con sincerità che non eravamo preparati. Tutto questo ha portato la società a prestare più attenzione alle emozioni (sia positive che negative) e anche l’economia ha dovuto mettere da parte le teorie, che fino a ieri creavano le strategie di mercato, per analizzare come le persone reagiscono alla mancanza di punti di riferimento, alla paura e all’incertezza.

Oggi la “paura”, nelle sue forme più svariate, porta le persone a percepire come vantaggiose soluzioni che tali non sono nel medio periodo. Questo lo vediamo chiaramente nelle dinamiche di vendita e come molte attività o Brand hanno accusato il colpo, chiudendo o restringendo notevolmente il loro campo d’azione.

La crisi economica ha portato ad una crisi di certezze e senza le certezze le persone agiscono in modo emotivo e non razionale.

Ciò che sta alla base di questi comportamenti è il modo in cui noi vediamo (e giudichiamo) la realtà e come reagiamo alle sue sfide, le nostre credenze orientano le nostre azioni e di conseguenza i risultati.

In psicologia si usa il termine di locus of control per indicare come una persona si posizione rispetto agli avvenimenti esterni. Se pensa di essere artefice delle sue azioni, delle sue capacità nel modificare gli eventi allora si parla di locus of control interno, al contrario se si considera “vittima” degli avvenimenti e delle circostanze esterne, sui quali lui non ha alcun controllo, si parlerà di locus of control esterno.

Ovviamente in base a come mi sento nella vita avrò differenti comportamenti. Le persone che hanno un L.o.C. interno si ritengono maggiormente capaciti di influire sugli eventi e quindi gestiranno le “crisi di certezze” con l’azione e atteggiamento propositivo. Prenderanno decisioni indipendenti, a volte anti-conformiste, seguendo intuito e mettendo in gioco la propria creatività per superare un problema. Sentendosi responsabili delle azioni, agiranno di conseguenza. Questo tratto di personalità è ben evidente negli imprenditori, nei leader, nei professionisti e nei manager perché non potrebbero ricoprire tale ruolo se avessero una visione esternalista, ossia dando agli altri sempre la responsabilità degli eventi.

Chi invece tende ad attribuire all’esterno la colpa per ogni cosa che accade nella sua vita, tenderà a non prendersi la responsabilità della propria vita quindi seguirà la corrente rimanendo sempre all’interno di atteggiamenti prevedibili e stereotipati. Questo garantisce una sicurezza interiore ma limita molto la percezione di felicità e soddisfazione personale.

Di fronte ad una crisi, di qualsiasi natura, cosa realmente ci sostiene?

È la capacità di contare su se stessi, la piena consapevolezza di poter essere protagonista della vita. Può sembrare una frase fatta ma non lo è e non è neppure filosofia zen. Se mi sento di poter modificare parte di ciò che mi circonda significa che lavorerò su me stesso per cambiare atteggiamenti, pensieri e comportamenti.

Prova a ricordare una situazione dove hai dovuto metterti alla prova. Cosa realmente ti ha sostenuto?

Questo è il secreto e questo è ciò che si dovrebbe sostenere nelle aziende con la formazione esperienziale. Allenare le persone a sperimentare le loro capacità perché solo quando proviamo qualcosa come la soddisfazione sappiamo cosa fare per risentirla nuovamente.

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a presto!

 

Bibliografia di riferimento “Prima di tutto, credere in se stessi” art. di Silvia Bonino Psicologia contemporanea lug-ago 2012.

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