Il sesto senso della leadership

Il sesto senso della leadership

Esiste un sesto senso che caratterizza i leader di ogni epoca e di ogni luogo. Non si tratta solo di una capacità ma di un modo di essere, un modo di sentire e sentirsi che ogni vero leader possiede in maniera più o meno consapevole. Questo senso si chiama consapevolezza del ricevere.

Non è un principio astratto e teorico ma si manifesta in modo molto pratico nella vita di tutti i giorni.

Siamo abituati a pensare che la leadership sia un’alchimia perfetta di alcune tratti della personalità unite a capacità concrete. Facciamo un esempio; un leader è senza dubbio una persona che ha doti personali come l’integrità, l’umiltà, la sicurezza, l’entusiasmo, l’imparzialità e la fermezza unite alle capacità concrete come la comunicazione, la capacità di visione, competenze e conoscenze tecniche ecc.…

Ma non solo.

La consapevolezza del ricevere nasce da una capacità molto semplice ma fondamentale: quella di fare domande, le giuste domande! Probabilmente ti stai domandando “e che c’è di così speciale in questa capacità? Tutti facciamo domande”. Forse, o forse non facciamo le giuste domande.

Siamo abituati a fare domande semi-chiuse e molto dirette alla situazione urgente che stiamo vivendo. Esempio: “Chi ha mandato questa mail?”, “Chi è stato?”, “Dove trovo questa informazione?”, “A che punto siamo con il progetto” ecc.

In base alle risposte che otteniamo, diamo indicazioni operative su come gestire la situazione. Questo è il tipico comportamento di un manager di funzione.

Domande molto specifiche che spesso danno risposte poco utili per capire la situazione. Questo dipende dagli schemi di pensiero logico che attiviamo in fase di problem solving e nella vita quotidiana. Ti faccio domande specifiche legate alla categoria di soluzioni che ho già in testa.

Un leader invece è colui/colei che pone domande aperte. Sebbene abbia compreso la situazione, non attiva degli schemi mentali di chiusura quindi pone domande del tipo “Come si potrebbe risolvere questa situazione dal tuo punto di vista?”, “Quale potrebbe essere la soluzione più veloce ed efficace?”, “Che tipo di intervento siamo in grado di fare?” ecc.

Pone domande aperte verso le persone accanto a sé, dandone valore, ma anche verso la vita stessa, se ci pensiamo. Lascia il pensiero aperto.

Generalmente siamo portati a ragionare in questo modo “PROBLEMA-SOLUZIONE-AZIONE”. Il Leader invece ragiona in modo diverso “PROBLEMA-DOMANDA-SOLUZIONE- AZIONE” e questo significa “sospendere il giudizio” per dare spazio alle giuste domande. Giuste domande che partono dal nostro pensiero e poi si traducono in parole.

Porre le giuste domande ovviamente richiede due capacità: saper ascoltare e saper ricevere.

Saper ascoltare è una dote rara, non solo perché viene ripetuta continuamente in ogni testo di leadership, ma perché è difficile ascoltare. Questo ognuno di noi lo ha sperimentato direttamente, quante volte siamo realmente ascoltati dai nostri capi o dai nostri colleghi? E quante volte in un giorno prestiamo ascolto vero a ciò che ci viene detto? Se siamo sinceri con noi stessi, la percentuale sarà bassa.

È molto più facile porre una domanda specifica da cui arriverà una risposta composta da informazioni, dati o tempistiche. Dalla risposta creo automaticamente la realtà, creo l’immagine di ciò che da quel momento in poi sarà la realtà dei fatti per me.

Diverso è porre una domanda aperta e ascoltare la risposta.

La capacità di ascoltare è collegata alla consapevolezza di ricevere cioè la disponibilità ad accettare ciò che verrà detto e ciò che sta accadendo. Questa è la vera essenza del leader.

Notate che parliamo di consapevolezza ossia di uno stato del sé, una piena conoscenza di chi sono io come persona nella vita sia essa privata o lavorativa. Se non sono consapevole non posso essere disponibile, ma non sarò neppure disponibile verso le sfide della vita vivendole sempre con ansia e con resistenza.

Chiaramente questo discorso apre molti punti di riflessione e di discussione ma vi invito a pensare ai grandi leader mondiali del secolo scorso. Solo per citarne alcune dei più noti: Lincoln, Madera, Maria Teresa, Einstein, Gandhi, Aung San Suu Kyi ecc. tutti loro avevano una grandissima consapevolezza di chi erano, ponevano molte domande e questo li rendeva pienamente in grado di ricevere le risposte della vita.

 

Bibliografia di riferimento e-book “La gioia del business” di Simone Milasas

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